dal giornale "il Tirreno" del 30 novembre 2001

Una medaglia d'oro per Genny Bibolotti Marsili

L'on. Carlo Carli ha scritto al ministro dell'Interno, Claudio Scajola, e al prefetto di Lucca, Marcello Carnimeo, perché sia conferita la medaglia d'oro al valor civile a Genny Bibolotti Marsili, nata a Pietrasanta il 23 gennaio 1914, e morta durante la strage di Sant'Anna di Stazzema, compiuta dai nazifascisti il 12 agosto 1944. Genny Bibolotti Marsili si trovava a Sant'Anna, perché era stata sfollata dalla piana nel corso dell'occupazione nazifascista; con lei c'erano i genitori, i due fratelli e il figlio Mario di sei anni.
Genny Marsili fu sorpresa alle 6 del mattino del 12 agosto 1944 dai tedeschi, assieme alla sua famiglia; i due fratelli furono usati dai tedeschi per trasportare le armi nel corso della strage, Genny fu condotta coi genitori ed il figlioletto nella stalla, dove furono condotti altri dieci cittadini di Sant'Anna rastrellati nelle vicinanze.
Genny nascose il figlioletto dietro la porta d'ingresso della stalla, su due sassi che sporgevano dal muro e che formavano una specie di nicchia, ordinandogli di non muoversi.
Cominciarono, quindi, le scariche dei mitra e, poi, l'opera distruttiva dei lanciafiamme tedeschi.
Genny, sanguinante alla testa, per evitare che il soldato tedesco che stava entrando nella stalla potesse scorgere il figlio, nascosto dietro la porta, ebbe la forza di alzarsi, levarsi uno zoccolo e scagliarlo contro il soldato, centrandolo in faccia.
Il soldato finì con una scarica la donna, ma non scorse il figlio.
Il bimbo fu avvolto dalle fiamme e vi rimase per otto ore, riportando diverse ustioni, poi fu soccorso, quando tutto si calmò.
Il gesto estremo e di grande coraggio di Genny fu oggetto della copertina della «Domenica degli Italiani», supplemento del «Corriere della Sera» di domenica 9 dicembre 1945.
«Vorrei sottolineare - ha detto Carli - come in una così immane tragedia ci sia stato posto per atti di eroismo, come quello di Genny Bibolotti».

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