Un calendario per ricordare
Oliviero Toscani racconta Sant'Anna di Stazzema
Il famoso fotografo ritrarrà i superstiti della strage nazista

martedì 23 aprile 2002

corrado benzio

STAZZEMA. «Ho già fotografato alcuni superstiti della strage, ma voglio ritrarli tutti: saranno loro i protagonisti del calendario».
Oliviero Toscani, uno dei fotografi più famosi del mondo, è salito ieri mattina fino a Sant'Anna di Stazzema per mettere in pratica l'impegno preso con il sindaco Gian Piero Lorenzoni.
Sarà Toscani, celebre per le campagne pubblicitarie di Benetton, a firmare il calendario del parco nazionale della Pace di Sant'Anna di Stazzema.
Dodici mesi per non dimenticare - in questi tempi poco allenati all'esercizio della memoria - la strage nazista.
Era il 12 gennaio del 1944 quando gli uomini del maggiore Reder misero a ferro e fuoco questo lembo di Versilia.
560 morti, pochi, pochissimi i supertisti.
Superstiti quasi sempre per errore e non per umana pietà delle truppe germaniche.
Ieri Oliviero Toscani è partito dalla sua casa in campagna di Casale Marittimo in Maremma ed è salito fino all'Ossario.
Ad attenderlo c'era il sindaco di Stazzema Lorenzoni.
Il primo cittadino crede molto in questa iniziativa del calendario, anche per il nome che firmerà queste immagini che non avranno - come è chiaro - niente di frivolo.
Un calendario evocativo.
Armato di macchina fotografica a tracolla, Toscani ha iniziato a scattare.
Ma il momento clou sarà fra il 20 e il 30 maggio, quando risalirà le mulattiere già percorse dalle SS di Reder per ritrarre tutti, ma proprio tutti i superstisi di quella giornata.
Il calendario verrà presentato il giorno anniversario della strage a Sant'Anna.
La data di inizio sarà il 12 agosto 1944, quella di chiusura lo stesso giorno del 2003.
«Voglio che la razza umana non debba continuare a vergognarsi, ma che comunque ricordi.
Per questo voglio tornare a Sant'Anna anche con una piccola videocamera: fra 20-30 anni, quando di superstiti non ce ne saranno più, chi si ricorderà di quanto è successo.
Sarà come per le guerre napoleoniche.
Io voglio invece che la memoria non vada perduta».


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