dal giornale il Tirreno del 15 giugno 2002


Regione in prima linea per la commissione d'inchiesta sulle stragi nazifasciste
Sant'Anna, la Toscana si mobilita

La Toscana si mobilita per la nascita della Commissione di inchiesta sulle cause e sulle responsabilità dell'occultamento dei documenti relativi a crimini nazifascisti compiuti in Italia dal 1943 al 1945.
Una delegazione del Consiglio regionale e di sindaci si recherà così, lunedì prossimo 17 giugno, a Montecitorio, a Roma.
E', infatti, previsto l'inizio del dibattito alla Camera sulla proposta di legge per l'istituzione di una Commissione di inchiesta, che faccia luce sulla vicenda del cosiddetto «armadio della vergogna».
Il riferimento, informa una nota, è al ritrovamento casuale, avvenuto a palazzo Cesi a Roma, di 95 dossier «insabbiati» per oltre 40 anni, relativi ad eccidi nazifascisti rimasti senza responsabili.
In Toscana, che è la prima regione d'Italia che si è mossa in maniera massiccia sulla vicenda, è attivo un Coordinamento regionale per sollecitare l'istituzione della Commissione di inchiesta.
Del coordinamento fanno parte parlamentari, esponenti della Regione, sindaci, storici ed esperti.
La delegazione toscana, che sarà composta dal vicepresidente del Consiglio regionale della Toscana Enrico Cecchetti, da parlamentari e da numerosi sindaci, incontrerà il presidente della Commissione giustizia della Camera, Gaetano Pecorella, i rappresentanti dei gruppi parlamentari e presenzierà al dibattito, che è previsto in aula nel pomeriggio.
«Vogliamo far presente - ha dichiarato Enrico Cecchetti - la forte mobilitazione da tempo attivata in tutta la Regione sulla questione.
Dalla Toscana giungono forti sollecitazioni, affinché l'istituzione della Commissione di inchiesta venga approvata rapidamente, tanto alla Camera quanto al Senato, e affinché la Commissione possa iniziare rapidamente i propri lavori».
La Toscana è stata una delle regioni italiane più martoriate dalla violenza dei nazifascisti.
Fra il 1943 ed il 1945 si contarono 281 stragi, in cui persero la vita 4.000 civili, inermi, donne e bambini e i Comuni toscani, interessati da questi episodi e che fanno capo al Coordinamento regionale, sono 83.
A partire da Sant'Anna di Stazzema


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