Ciampi: il 25 aprile non sarà cancellato

STAZZEMA (Versilia) - Anna aveva soltanto venti giorni.
Come altri bambini fu appesa a un albero e bruciata con i lanciafiamme.
Oggi la piazza più grande del paese porta il suo nome.
Ciampi si ferma a leggere la lapide, silenzioso e commosso, poi si avvia verso l'ossario che raccoglie i resti delle 560 vittime di Stazzema, l'eccidio nazista commesso il 12 agosto del '44.
Fa freddo, le nubi minacciano bufera, la Versilia si intravede appena sullo sfondo, quando il Capo dello Stato prende la parola.
«Il 25 aprile - è il suo esordio - non sarà cancellato».
Basta questa frase, interrotta da un'applauso, perché i partigiani presenti, i parenti delle vittime, i pochi sopravissuti alla strage, comprendano che quella di oggi «dopo tante delusioni del passato, in cui lo Stato fu assente» è davvero la loro cerimonia.
Il 25 aprile, nel ricordo di una strage per lungo tempo quasi dimenticata.
Si era pensato che a uccidere, nelle montagne della Lucchesia, fossero stati i reparti di Walter Reder.
Oggi si fa strada un'altra ricostruzione.
A uccidere sarebbe stato un gruppo di militari del 350° battaglione, e alcuni dei loro comandanti sarebbero ancora vivi.
Per questo il sindaco di Stazzema e l'associazione delle vittime hanno chiesto a Ciampi di sollecitare la nuova inchiesta, che il tribunale militare di Spezia ha aperto da qualche tempo.
E nello stesso tempo lo hanno pregato di far approvare una legge, ferma in Parlamento, per l'istituzione del 'Parco della pace' sulla montagna dell'eccidio.
La visita di Ciampi, che in precedenza aveva reso omaggio all'Altare della patria e ai martiri delle Fosse Ardeatine, è cominciata verso mezzogiorno.
Per prima cosa il Capo dello Stato ha incontrato gli studenti, poi ha stretto la mano a un vecchio commilitone, Almo Baracchini, che con lui aveva seguito il corso per ufficiali a Massa e che non rivedeva da 58 anni.
Baracchini, diventato partigiano, era stato tra i primi ad accorrere a Stazzema, dopo l'eccidio, per dare sepoltura ai cadaveri.
Fra i numerosi interventi davanti all'ossario, il più toccante è stato quello di Enrico Pieri, uno dei sopravvissuti che ha ricostruito le drammatiche ore della strage.
Sono poi intervenuti Arrigo Boldrini, Paolo Emilio Taviani e Aldo Aniasi, i responsabili delle associazioni di partigiani.
Il ministro della Difesa, Mattarella, ha sottolineato come lo spirito del 25 aprile si ritrova oggi nelle missioni di pace che i militari italiani affrontano, sempre più spesso, all'estero.
Finalmente ha preso la parola Ciampi per ricordare che «gli uomini della mia generazione, 50 anni fa, trovarono nella propria coscienza la via del riscatto.
Per questo, lo dico ai giovani, questo è il giorno della memoria.
L'Italia riconquistò la libertà perché il popolo lo volle.
E assieme alla libertà riconquistò l'onore».
Parole che sono piaciute alla folla.
Ma soprattutto ad Arrigo Boldrini, il mitico capo partigiano 'Bulow', che da sempre si è adoprato per una pacificazione fra chi, in quei giorni, lottò su fronti opposti.
Boldrini è andato incontro al presidente, e con fare paterno lo ha abbracciato.

Maurizio Naldini

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