dal giornale "La Nazione" del 13 agosto 2001

«Con l'istituzione del Parco Nazionale della Pace, Sant'Anna è da oggi il luogo della pace, della giustizia, della democrazia e della solidarietà».
Con queste parole ieri mattina il sindaco di Stazzema, Gian Piero Lorenzoni, ha voluto ricordare il 57° anniversario dell'eccidio di Sant'Anna, di quel terribile 12 agosto 1944 che costò la vita a 560 persone.
Come ogni anno tutta la Versilia ha partecipato alla commemorazione dell'evento, presso il Monumento Ossario di Col di Cava e nel Museo della Resistenza, in una domenica onorata dalla presenza della neo-senatrice e Premio Nobel Rita Levi Montalcini.
Presenti una gran folla e più di 80 gonfaloni dei Comuni di tutta la Versilia e della Toscana.
Poi, verso le 11,30, è cominciato l'intervento del sindaco Lorenzoni.
«Il Parco della Pace — ha detto — nasce dal dolore della storia e dal sacrificio di vittime innocenti.
Con la sua istituzione, Sant'Anna vuole contribuire a cancellare la guerra dalla storia dei popoli e far risorgere la forza della pace come esigenza radicata in ogni uomo di buona volontà»
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E' stato poi il turno di Gerdt Pflückebaum, incaricato dell'ambasciata tedesca in Italia, che ha espresso il suo cordoglio per il dolore arrecato dai soldati tedeschi nel nostro Paese e a S.Anna in particolare.
«La Germania chiede scusa all'Italia, sua amica e partner, per i crimini commessi. Mai più guerre, mai più sofferenze».
Dopo l'intervento del Borgomastro di Frankenau, cittadina tedesca scelta per la sua affinità geografica e demografica con Sant'Anna, la cerimonia è stata arricchita dalle parole di Rita Levi Montalcini, la quale, nonostante i suoi 92 anni, ha dimostrato lucidità e capacità d'analisi:
«Il mondo avrà un futuro di pace solo se ogni Paese saprà allevare i propri bambini, avidi di conoscenza, ai quali va insegnata non una cultura dell'odio, ma dell'uguaglianza tra razze e religioni.
Provo vergogna — ha detto — per gli uomini che hanno seminato il dolore solo per obbedienza servile verso i capi.
Non devono essere puniti, ma acquisire la consapevolezza dei loro gesti, inclusi, non dimentichiamolo, quelli compiuti dalle truppe italiane in Africa»
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Daniele Masseglia

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