Il Tribunale militare di La Spezia

apre il procedimento giudiziario

 
LA SPEZIA

Il tribunale militare della Spezia ha iscritto sul registro degli indagati i superstiti presunti responsabili della strage di Sant'Anna di Stazzema.
Ufficiali, sottufficiali e truppa della 16esima SS Panzer Grenadier Division che seminò il terrore nelle provincie di Pisa, Lucca e Massa Carrara.
Nei prossimi mesi si concluderanno le indagini preliminari, rese difficoltose dai circa sessant'anni trascorsi dall'alba di quel 12 agosto del 1944 e dall'orrore di una strage compiuta contro donne, vecchi e bambini inermi, rimasti nel paese e trucidati a colpi di baionetta e lanciafiamme.
L'avvio ufficiale dell'iter giudiziario segna la prima significativa apertura dell' «armadio della vergogna».
Quell'archivio di stragi, mandanti ed esecutori rimasto chiuso fino al 1994 e sul quale oggi, 3 giugno, il Consiglio regionale della Toscana firmerà un documento - insieme agli 82 comuni toscani teatro di massacri - per chiedere al Parlamento la costituzione di una commissione d'inchiesta, sollecitata anche dal sottosegretario Carlo Carli.
Dagli uffici giudiziari militari spezzini, che hanno ricevuto per competenza territoriale circa un terzo dei fascicoli rinvenuti a Roma nell' «armadio della vergogna» non trapelano i nomi degli indagati.
Ma le generalità di alcuni sicari delle SS all'opera a Sant'Anna sono state diffuse tempo fa dai media tedeschi, in seguito all'inchiesta giornalistica condotta da Cristiane Kohl del quotidiano Suddeutesche Zeitung e riprese in Italia dall'Espresso : tra loro il sottotenente Gerhard Sommer, ottantenne di Amburgo, il sergente Horst Richter, anch'egli ottantenne di Berlino, il sottotenente Theodor Sasse, 78 anni di Kriftel.
Con l'iscrizione sul registro degli indagati di una dozzina di ex ufficiali, sottufficiali e soldati del famigerato 35° reggimento della 16esima SS Panzer Grenadier Division agli ordini dell'impunito capitano Anton Galler, morto 6 anni fa in Spagna, ci si può aspettare un'accelerazione dell'iter giudiziario? Tra quanto tempo i nazisti potrebbero finire alla sbarra per rispondere su una delle più efferate stragi contro civili dell'ultima guerra mondiale? Lo abbiamo chiesto al dottor Marco De Paolis, da poco nominato procuratore capo del Tribunale militare spezzino (che ha giurisdizione anche su Toscana e Emilia Romagna): «Siamo impegnati da qualche mese (il fascicolo ha il protocollo del 2002 ndr) insieme ai carabinieri nell'attività di indagine, adesso si tratta di avere un po' di pazienza perché gli indagati si trovano tutti fuori dal territorio nazionale, ma voglio precisare che i due procuratori militari applicati a quest'inchiesta hanno profuso un impegno totale e quindi auspico che in pochi mesi riusciremo a chiudere le indagini preliminari».
Le carte uscite dall'armadio della vergogna, i fascicoli riguardanti 695 crimini di guerra nazifascisti rimasti chiusi per mezzo secolo nella sede della Procura generale militare a Palazzo Cesi, senza alcun procedimento contro i responsabili, hanno riaperto profonde ferite e sollevato dubbi e perplessità sull'inerzia contro i responsabili.
Ora che la guerra fredda è davvero finita, e con essa la necessità storica di riabilitare la Germania per il suo inserimento nella Nato, è arrivato il momento di processare e punire gli autori delle stragi.
Quelli sopravvissuti anche alla loro coscienza, che il 12 agosto del '44 avevano poco più di vent'anni ma non esitarono a compiere un indicibile crimine contro l'umanità che ancora urla giustizia.

di Massimo Guerra


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