L'introduzione di Gian Piero Lorenzoni, sindaco di Sant'Anna di Stazzema

Ancora un deciso no alla guerra.
E' questo il messaggio che permea ogni pagina, ogni immagine, ogni parola di questo libro.
Un libro che parla di guerra.
La racconta con la voce, con il volto di chi c'era, di chi l'ha vista.
Era l'alba del 12 agosto 1944.
Tutti giovani, tanti erano bambini, bambini che non hanno dimenticato e che ci aiutano a non dimenticare.
Ascoltando le parole, scrutando gli sguardi, guardando negli occhi di volti non più giovani nei tratti, ma ancora istintivi, sinceri, emozionati come da bambini nel ritornare con sofferenza ai loro ricordi di infanzia, non si può fare a meno di concludere che la guerra è sinonimo di morte, che la guerra distrugge, annienta, offende la nostra terra, il nostro patrimonio, l'umanità.
Uccide nel corpo e nella mente.
La guerra è una catastrofe per la sua capacità di distruzione, ma anche per l'eredità che lascia.
Le testimonianze di questi "fortunati" superstiti, scampati involontariamente alla morte, raccontano e insegnano che la guerra è uno strazio non solo per chi muore, ma anche per chi resta.
Per chi racconta la sua tragedia e conclude: "… Ho perso tutta la mia famiglia.
Sono rimasto solo.
La mia infanzia è stata un po' un calvario..." e ancora: "… è una cosa che ci rimane.
Una tristezza dentro" e infine "... Non bisogna dimenticare.
Non bisogna dimenticare.
Perché ormai noi ce l'abbiamo addosso, l'abbiamo nel sangue... ".
Un ammasso di carne umana che prendeva fuoco e un fetore di carne bruciata, ancora viva nei ricordi di quei bambini, sono il segno, il simbolo dell'inevitabile tragedia della guerra, di ogni stupida o intelligente guerra.
Questo libro è uno sguardo sulla storia dell'umanità ed allo stesso tempo una sorta di manuale, un primo approccio alla palestra di pace quale è divenuta oggi Sant'Anna di Stazzema.
Ci si allena non con i muscoli ma con la nostra parte molle, il cervello e si lavora per sviluppare una grande forza umana, più grande della forza fisica: la forza della ragione, la forza del dialogo.
Sono necessarie immagini come queste per capire quanta sofferenza c'è ancora dentro, per dire che i valori che ci sono stati trasmessi non tramonteranno mai e che da essi sgorga un inesauribile bisogno di pace.
Il sentiero della pace, oggi come allora, passa per le strade del mondo.
La pace non è un obiettivo impossibile da raggiungere, così come la guerra non è mai una fatalità.
Non c'è guerra, violenza, terrorismo che non porti con sé altra violenza, odio, distruzione, sofferenza e morte.
La guerra è sempre una sconfitta dell'umanità.
I 560 morti di Sant'Anna sono, al pari di tutti coloro che ancora oggi subiscono il peso della tirannia, della sopraffazione, il patrimonio che ci garantisce la libertà.
Per l'attenzione che è loro dovuta, per l'affermazione di una cultura di pace, di solidarietà, di rispetto per la dignità umana, dobbiamo sentire, quindi, il dovere di mantenere viva la memoria di simili tragedie.
Le cose che si dimenticano possono ritornare, ammoniva Primo Levi.
Sant'Anna di Stazzema, oggi "Parco nazionale della pace", sprigiona, dalle ceneri che accoglie la sua terra, dei corpi dilaniati in quel tragico 12 agosto 1944, la sua verità, addestra alla pace ed alla giustizia attraverso la sua storia, attraverso la memoria.
Questo è il suo tesoro, strumento che aiuta ad allenare le menti ai veri, unici valori di pace e solidarietà tra i popoli.
Il "Parco nazionale della pace" di Sant'Anna di Stazzema è simbolo di ciò che non deve mai più ripetersi, sintesi delle inevitabili atroci conseguenze di ogni guerra.
Questo luogo oggi grida "mai più" e lo grida attraverso la sua grande forza: la memoria.
Nel raccogliere uno scorcio di storia nelle pagine di questo libro, sfogliando le immagini, penso alla grandezza e all'importanza di quest'opera, che dà voce ai fatti di vita e di morte in guerra e mi chiedo quante sono le voci inascoltate, occultate, i volti dimenticati o nascosti di tutte quelle vite umane stroncate dalle guerre in atto: quante Anna Pardini sono seppellite, disperse in Africa, in Kossovo, in Iraq e quanti Enrico Pieri, Cesira Pardini rimangono in vita con il cuore spezzato, la voce soffocata, ed i volti nascosti dal nero della nostra triste, sconcertante vergogna che addestra gli uomini in guerra all'odio, e nasconde le conseguenze.
La "cronaca" dell'Eccidio di Sant'Anna che viene offerto, ancora una volta, a tutti i cittadini d'Italia, nel solco della memoria, apre uno spazio alla riflessione, ci permette di valutare gli errori e il peso di un'immane tragedia, ci fa pesare le responsabilità di chi si è macchiato di un crimine così grande, così efferato.
Sono queste pagine uno straordinario strumento per poter apprendere, con una rinnovata consapevolezza, che è necessaria un'ulteriore spinta per andare avanti, verso la piena conquista della pace, attraverso la globalizzazione dei diritti umani in ogni parte del mondo.
Solo allora potremo tornare a sognare davanti allo sgomento che si prova guardando queste immagini e per quanto questi sguardi sanno raccontare.
L'ufficio del ricordo, la valorizzazione e la diffusione degli ideali di libertà, di pace e di democrazia, che in Sant'Anna si riconoscono e si onorano, sono affidati anche a queste immagini, che vogliono coinvolgere attivamente quanti a Sant'Anna si rivolgono per non dimenticare e per confermare la loro crescita nell'impegno civile.
Non potrò mai ringraziare abbastanza l'amico Oliviero Toscani che, generosamente, ha offerto il suo grande e prezioso contributo per la realizzazione di questo libro-testimonianza.
Auspico che tutti i lettori, sfogliando, leggendo, guardando questi volti, imparino ad allenare la propria mente per ripetere con convinzione "mai più", ancora una volta, instancabilmente, ovunque e per sempre.


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