dal sito web La nuova Ferrara

Ho conosciuto l'orrore a S. Anna di Stazzema

E' la pagina più infame della collaborazione fra i fascisti e i nazisti

LETTERE

venerdì 12 aprile 2002,

Desidero affidare allo scritto, una ridda di pensieri e di sentimenti che non mi abbandonano, ora che sono tornata da un pellegrinaggio a S. Anna di Stazzema, che l'ANPI ha organizzato portandovi 53 persone di cui 11 ragazzi, studenti del ITI, affinché "Chi sa non dimentichi e i giovani conoscano il prezzo della libertà".
Il nome di Sant'Anna, piccolo comune della provincia di Lucca, situato nel cuore delle Alpi Apuane, in Versilia, io l'ho sentito per la prima volta, (ma questo è senz'altro un mio demerito) il 25 aprile del 2000 quando in quel luogo il Presidente Ciampi andò a celebrare l'anniversario della Liberazione.
Eppure, S. Anna è stata decorata di Medaglia d'Oro al Valor Militare per la Versilia, è Centro Regionale Toscano della Resistenza e dal settembre 1991 è sede del Museo Storico e del Monumento Ossario a memoria perenne delle 560 vittime civili trucidate dalla ferocia nazifascista, dalle ore 7 alle ore 10 del mattino del 12 agosto 1944! Evidentemente oltre alla distrazione dei tanti che come me non conoscevano questa storia terribile, vi sono state anche altre "ragioni" che per cinquant'anni hanno di fatto occultato questa realtà.
Anche Stazzema, come migliaia di altre stragi nazifasciste, piccole o grandi, sono state per anni nell'armadio della vergogna presso il Ministero degli Interni, perché secondo i governi di allora "ragioni di Stato" imponevano il silenzio e dunque, anche, la non condanna dei colpevoli.
Se ne scrivo, è perché ho ancora presente il racconto del responsabile del museo, Enio Mancini, uno dei pochi sopravissuti (aveva allora 7 anni) il quale ci ha accompagnato a deporre una corona d'alloro al Monumento delle Vittime, poi ci ha descritto come si sono svolti i fatti.
E' stato un racconto sobrio, senza particolare enfasi, senza demagogia e quello che mi ha impressionato, senza odio e rancore verso i responsabili.
Solo qualche passaggio difficile, un nome, un episodio particolare, un ricordo di un amico, incrinava per un attimo la sua voce, poi riprendeva con l'impegno di chi si è ripromesso, come i pochi come lui, sopravissuti, di dedicare il suo tempo, alla trasmissione della memoria, alla formazione e diffusione di una cultura della Pace, alla valorizzazione degli ideali di libertà e di giustizia, soprattutto verso le giovani generazioni.
Ma proprio per la serietà e sobrietà del racconto (suffragato dalla documentazione storica del Museo) non posso sottolineare questi elementi:
1º Il carattere della strage;
2º Le responsabilità.
Sul carattere della strage: va detto che si è trattato di un massacro di inaudita crudeltà contro bambini, donne e persone anziane, molti dei quali sono saliti a S. Anna da sfollati dalle pianure per scappare soprattutto dai bombardamenti.
S. Anna, così difficile da raggiungere (solo a piedi o sui muli) a 650 m. sul livello del mare, in mezzo a boschi protettivi, sembrava il luogo più sicuro! Non c'erano nel luogo nemmeno azioni partigiane per cui non è spiegabile, anche se non accettabile, con episodi di rappresaglia.
No! Qui si è consumata la vera e bruta ferocia.
Qui si è realizzata la "disinfestazione", così veniva chiamata l'azione di ferro e fuoco nel quale sono morti in tre ore 150 bambini, la più piccola, Anna, 20 giorni di età.
Gli altri 410 erano soprattutto donne, madri di quei bambini e nonni massacrati nelle stalle, nella scuola e nel piccolo centro davanti alla chiesa, fra questi anche il parroco Don Innocente Lazzeri che invocava pietà per questi innocenti.
Compiuto il massacro, per tentare di coprire il misfatto, hanno incendiato i poveri corpi rendendone impossibile l'identificazione! Sulle responsabilità: è accertato che tutte le responsabilità ricadono sul generale Max Simon e sul Capitano Anton Galler Comandante del 2º battaglione del 35º reggimento della 16ª Corazzata SS, che agivano sotto il comando generale del Maggiore Walter Reder.
Tuttavia, è anche certo che i nazisti non furono soli.
In uno dei tanti processi, che non hanno ancora condannato nessuno (!) si legge nella relazione del Commissario di P.S. Vito Maiorca: "Indubbiamente a S. Anna, insieme alle SS tedesche, hanno operato elementi italiani.
Il modo per effettuare l'eccidio hanno rivelato una profonda conoscenza dei luoghi che solo italiani e del posto, potevano avere".
E ancora: "Il 24 agosto '44, militi della decima Mas, incendiarono il paese di Guadine, uccisero 13 persone e ne ferirono altre.
Poi incendiarono Gronda, Radicesi e Resceto" (tutte nella zona) da una testimonianza del parroco Don Aristide Lavaggi.
A conclusione dell'introduzione al libro che parla della strage "S. Anna di Stazzema, Parco Nazionale della Pace" si legge: con la partecipazione attiva alle stragi dell'estate 1944, i fascisti scrissero la pagina più infame della loro collaborazione con l'occupazione nazista, dopo essersi già macchiati di gravissime colpe che andavano dalla fucilazione di patrioti, alla cattura di ebrei, dalle torture inflitte ai partigiani, alla violenza e soprusi di ogni genere commesse ai danni della popolazione.
Sarebbe troppo chiedere ai nostalgici della X Mas che hanno scelto Migliarino per "ricordare i loro morti" come ha scritto il loro capo sig. Conte poche settimane or sono sulla stampa cittadina, se non provano disgusto, riprovazione, orrore per questi delitti, riconoscendo che esiste una differenza abissale fra chi ha dato la morte e chi l'ha subita, fra chi stava dalla parte che offendeva e distruggeva e chi difendeva, anche con la sua vita, il diritto alla libertà, alla giustizia, alla pace?
E' troppo chiedere al Governo che sia fatta piena luce sui troppi crimini nazifascisti nascosti e impuniti (in Emilia Romagna ben 1049) e che i giovani, anche attraverso la scuola siano messi nella condizione di conoscere i fatti per potere, con serenità di giudizio, comprendere cosa è avvenuto in Italia solo 50 anni fa?
Ci avviciniamo all'anniversario della Liberazione, ma quest'anno il 25 aprile non può essere solo festa! I pericoli di un ritorno del terrorismo che l'agghiacciante delitto di Marco Biagi impone a tutti di combattere e stroncare sul nascere; la guerra che si sta consumando fra israeliani e palestinesi che semina morti e dolore da entrambe le parti senza che si veda l'inizio di un negoziato che risolva il duplice e antico problema: La sicurezza di Israele e uno Stato per i Palestinesi; i problemi che questo governo sta creando per la volontà dichiarata di modificare la Costituzione e l'introduzione di regole, che di fatto riducono spazi di libertà e di democrazia, con il reinterato tentativo di "riscrivere" la storia con un revisionismo selvaggio e di parte, sono la testimonianza della necessità di un impegno corale, di tutte le forze democratiche per far rivivere nella coscienza civile e nell'azione politica i valori che furono alla base della Resistenza e della Costituzione repubblica e che rappresentano il cemento dell'unità nazionale pur nelle necessarie differenze politiche e ideologiche.

Renata Talassi


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