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L'Armadio della Vergogna: quando se ne occuperà il Parlamento?

Non ha ancora avuto la dignità, sentito il pudore, avvertito la necessità di affrontare l'antica e drammatica questione dell'Armadio della Vergogna.
Parliamo del Parlamento eletto il 14 di maggio del 2001 Ecco perché pubblichiamo il "registro nero", ad ulteriore stimolo, e i fatti dicono che ce n'è bisogno, e per colmare una lacuna enorme, creata colpevolmente, della nostra storia.
Elenca tutti i crimini commessi dai nazifascisti in Italia durante il periodo dell'occupazione tedesca, dal '43 alla Liberazione.
Reati orribili contro l'umanità: bambini, donne, vecchi, uomini furono trucidati in base alla feroce legge del più forte.
Tutti civili, gente senz'armi.
Le uniche divise che indossavano erano i panni da lavoro.
Nella grande maggioranza dei casi si trattò di una carneficina neanche giustificata dalla rappresaglia, ammesso e non concesso che quest'ultima possa godere di un beneficio di esenzione.
I 560 morti di Sant'Anna di Stazzema di quale conto potevano essere mai il saldo? Il saldo di niente.
Gli scherani di Hitler e Mussolini fecero montagne di morti: quindicimila? Probabilmente anche di più; neanche questa tragica conta è stata ancora fatta.
Dei tantissimi eccidi, il registro ne enumera 2274 (oltre a Sant'Anna, Capistrello, Roccaraso, Gubbio, Turchino, Benedicta, Pedescala, lager di Fossoli e di Bolzano, Matera, piazzale Loreto...), solo due, quelli di Marzabotto e delle Ardeatine, arrivarono a processo.
Tutti gli altri fascicoli riguardanti quei crimini, compresi quelli commessi contro i militari italiani sterminati a migliaia come a Cefalonia per non essersi immediatamente arresi, tutti gli altri furono sotterrati per mezzo secolo nell'Armadio della Vergogna.
L'ordine lo diede un governo di centro destra a guida De Gasperi, presumibilmente tra il 1947 e il 1949.
I procuratori generali militari dell'epoca, che allora venivano nominati dal consiglio dei ministri, si misero sull'attenti ed eseguirono.
Ma per una resipiscenza burocratica non fecero distruggere le carte.
Riemersero casualmente nel 1994.
Ma questa notizia clamorosa passò criminalmente sotto silenzio: in pratica ne scrissero soltanto L'Espresso e qualche giornale locale.
Cinque anni dopo, nel 1999 si è avuta autorevole ed indiscutibile conferma, attraverso un'inchiesta del Consiglio della Magistratura Militare della colossale ingiustizia perpetrata a danno del popolo italiano.
Ma il silenzio ancora perdura per il colpevole atteggiamento dell'informazione scritta e parlata e per la stupefacente indifferenza e passività della politica.
Qualcosa, ora, sta muovendosi grazie anche ad alcuni ds ed al duro documento della Confederazione tra le associazioni reducistiche e partigiane, presieduta dal senatore Gerardo Agostini.
Le commissioni Giustizia di Camera e Senato hanno messo in calendario le proposte di legge presentate da parlamentari della sinistra per l'istituzione di una commissione di inchiesta.
Dovrebbe accertare chi dette l'ordine, perché lo dette, e come lo Stato si dovrà comportare verso gli eredi delle vittime, non solo, ma verso tutti i cittadini del nostro Paese.
Ma sembra che si voglia smuovere un gigantesco macigno solo con la piccola forza di un bambino.
Per questo Giampiero Lorenzoni, sindaco di Stazzema, decorata di medaglia d'oro al valor militare, ed io a nome del "Comitato per la verità e la giustizia sulle stragi nazifasciste", il 7 febbraio abbiamo inviato una lettera ai presidenti dei due rami del Parlamento.
Contiene parole dure, indignate, rabbiose.
Ma così deve essere e così sarà sino a che verità e giustizia non prevarranno.

Ve ne proponiamo il testo.

Comune di Stazzema Medaglia d'Oro al Valor Militare 7 febbraio 2002

Al Presidente del Senato
Sen. Marcello Pera
Palazzo Madama

Al Presidente della Camera
Pierferdinando Casini
Palazzo di Montecitorio



Signor Presidente, faccio seguito alla lettera mia e del "Comitato per la verità e la giustizia delle stragi nazifasciste" del 23 ottobre 2001 con la quale, a seguito del documento finale approvato il 6 marzo 2001 dalla Commissione Giustizia della Camera dei Deputati, si chiedeva il Suo autorevole impegno affinché si desse corso all'istituzione di una "commissione d'inchiesta parlamentare" per far luce sulle stragi di civili compiute dai nazi-fascisti dal settembre '43 alla Liberazione, oltre ad accertare le responsabilità di chi provvide e di chi dette l'ordine di occultare, "nell'Armadio della Vergogna", centinaia di fascicoli contenenti le denunce e le indagini di quei tremendi reati, macchiandosi di tanta clamorosa ingiustizia.
Le ricordo ancora che tra quei fascicoli c'era anche quello di S. Anna di Stazzema.
Era il 12 agosto del 1944 quando la ferocia e la furia omicida di squadre nazi-fasciste strapparono alla vita 560 civili innocenti: erano vecchi, donne e 117 tra bambini e ragazzi al di sotto dei 14 anni.
La più piccola, Anna Pardini, aveva solo 20 giorni.
Signor Presidente torno a scriverLe, ancora una volta, e spero vorrà "perdonare" la mia insistenza, ma dalla cronaca di questi giorni è possibile apprendere l'impegno profuso dalle Assemblee Parlamentari per consentire agli eredi maschi dei Savoia il probabile rientro in Italia.
Il senato per primo è riuscito a dare il suo parere favorevole.
E' strabiliante.
Si trova il tempo per modificare una parte della Costituzione al solo scopo di far acquisire ai discendenti di colui che ha la tremenda responsabilità dei lutti e delle rovine del nostro popolo i diritti (e speriamo anche i doveri) che appartengono ai cittadini italiani.
Allo stesso modo però non si trova il tempo, nel rispetto della stessa Carta Costituzionale, per consentire che sia fatta luce sulla pagina più buia della storia del nostro Paese.
Non si trova il tempo per far conoscere la verità su chi dette l'ordine di occultare quelle centinaia di fascicoli contenenti le denunce di tremendi reati: eccidi, omicidi, violenze, stupri e torture. Furono ben oltre 15 mila i morti, tra i civili, che, ancora oggi, reclamano e gridano giustizia.
Se tutto questo è vero, come è vero, signor Presidente, sono a richiedere, ancora una volta, il Suo prezioso e autorevole impegno affinché, attraverso l'articolo 82 della Costituzione, sia costituita la Commissione d'Inchiesta parlamentare, così come già proposto all'unanimità dalla Commissione Giustizia della Camera dei Deputati.
E' giunto il momento di "aprire l'Armadio della Vergogna", per l'impegno che la storia ci impone.
Ce lo chiedono le vittime e gli eredi delle vittime delle stragi compiute in Italia e quelle commesse dagli uomini di Hitler a Cefalonia, a Spalato, a Coo e in tante altre località.
Rimango in attesa di una Sua sempre gradita risposta, e compatibilmente con i Suoi innumerevoli impegni, confido ancora in un incontro, per dare concretezza, visibilità ed efficacia a quelle azioni che richiamano la nostra coscienza di uomini al dovere di dare giustizia a quei cittadini innocentemente caduti per la mia e la Sua libertà, come per quella di ogni italiano.
Con profonda e reverente stima, cordialmente La saluto

Il Sindaco di Stazzema
arch. Gian Piero Lorenzoni

per il Comitato per la Verità e la Giustizia
sulle stragi nazifasciste
Franco Giustolisi"


A voi il commento.


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