Italia, eccidi nazisti insabbiati per ragion di Stato

Roma - Anche la "ragion di Stato" fu all’origine della "inammissibile inerzia" che, nel passato, ha impedito l’accertamento delle responsabilità su molti crimini di guerra commessi in Italia durante la seconda guerra mondiale.
Il procuratore generale presso la corte militare d’appello Vindicio Bonagura richiama l’attenzione dei partecipanti all’inaugurazione dell’anno giudiziario (tra gli altri il ministro della Difesa Sergio Mattarella e i sottosegretari Gianni Rivera e Marco Minniti) sui "695 fascicoli contenenti denunzie, quasi sempre ircostanziate e documentate, di fatti criminosi realizzati per lo più da militari appartenenti alle forze armate germaniche durante il periodo 1943-1945".
Atti che, dopo essere affluiti alla procura generale militare presso il tribunale supremo militare fino all’immediato dopoguerra, "erano stati ivi trattenuti anzichè essere trasmessi agli uffici competenti a procedere nei singoli casi e poi erano stati 'provvisoriamente archiviati con provvedimenti sconosciuti al codice di procedura penale recanti la data del 14 gennaio 1960", per poi finire "in quello che dalle cronache è stato icasticamente definito 'armadio della vergogna".
E' quindi "ovvio" per Bonagura "che oggi, all’inizio dell’anno 2001, i procedimenti scaturiti dalle denunzie di cui si è detto siano quasi tutti definiti, per archiviazioni o per sentenze di non luogo a procedere, determinate dalla prescrizione dei reati o dalla dispersione delle fonti di prova a carico dei soggetti indicati come autori dei fatti, o dal loro decesso, o dall’impossibilità di pervenire alla loro sicura identificazione".
Uniche eccezioni, i tre casi ("oltre alla nota vicenda giudiziaria Priebke-Hass"), in cui i processi si sono conclusi con sentenze di condanna all’ergastolo nei confronti degli imputati, "peraltro contumaci".
La conseguenza è che, "malgrado l’impegno degli uffici interessati, rimangono impuniti" eccidi nazisti come le stragi di Fossoli e di S.Anna di Stazzema.

Da Adnkronos del 22 gennaio 2001

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